domenica 26 agosto 2012

Interessante iniziativa di Sviluppo del Territorio a Cremona (articolo del Sole 24 Ore del 23 Agosto 2012 di Alessandro Rossi)

A Cremona nasce un'area per attirare le nuove imprese

Alessandro Rossi

CREMONA
Un milione di metri quadrati alle porte di Cremona, là dove termina il canale navigabile, proprio al centro dell'area più industrializzata del Paese. È su Tencara, nei pressi di Pizzighettone, che si concentrano i piani di sviluppo degli enti locali cremonesi, convinti che proprio da qui possa ripartire il rilancio del territorio. Siglato il protocollo d'intesa che dà il via al lavoro preparatorio, ora Regione Lombardia, Provincia e Comuni interessati, insieme a Camera di commercio, associazioni di categoria e sindacati, hanno avviato la fase due del progetto. Che mira a fare di Tencara un polo industriale di importanza strategica per Cremona e in generale per tutto il nord Italia.
«L'idea è quella di non arrendersi alla logica del declino, facendo rete per valorizzare le risorse imprenditoriali con un ampio coinvolgimento della Regione, dello Stato e dell'Unione europea», spiega Mario Caldonazzo, presidente degli industriali di Cremona. Secondo il quale Tencara si presenta come un'area unica nel suo genere. «Il valore aggiunto è dato dall'intermodalità, cioè dalla possibilità di usufruire, nel medesimo luogo, di tre tipologie di trasporto delle merci perfettamente integrabili fra loro, l'acqua del Po e del canale navigabile, la ferrovia e la strada, il tutto in una zona strategica a livello geografico ed economico, punto di incontro fra quattro province, inserita nel cuore avanzato del Paese». Ma in un momento così problematico il presidente degli industriali sa bene che questo potrebbe non bastare. Da qui la necessità di andare oltre. «Chi deciderà di investire in quest'area - continua - potrà godere di vantaggi fiscali e burocratici grazie a semplificazioni difficili da trovare in altre zone del Paese. Il modello a cui ci siamo ispirati è un po' quello delle "enterprise zone", modelli di sviluppo utilizzati con successo sia negli Stati Uniti sia in Gran Bretagna». Ma c'è di più: le imprese che si insedieranno avranno anche la possibilità di stipulare contratti innovativi attraverso accordi specifici con i sindacati. Un'infrastrutturazione adeguata insieme alla disponibilità della banda larga ed ultralarga sono altrettanti strumenti messi a disposizione di quest'area dove si punta allo sviluppo del manifatturiero in modo sostenibile.
Solo per infrastrutturare l'area si parla di decine di milioni di euro di investimento: una nuova darsena nella parte terminale del canale navigabile, un raccordo ferroviario, opere di viabilità e interventi di mitigazione ambientale. Convinto della necessità di unire le forze è il presidente della Provincia di Cremona, Massimiliano Salini: «Le risorse a disposizione degli enti locali sono ormai esaurite: cercare di unire le forze promuovendo una partnership fra pubblico e privato sembra essere l'unico modo di realizzare progetti di sviluppo».

Nel 2011 l' Italia al quinto posto nel surplus commerciale di prodotti industriali non alimentari dopo Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud

Secondo Marco Fortis, noto economista studioso dei Distretti Italiani, nel 2011, in base alle stime dell'Organizzazione Mondiale del Commercio ( Wto)  solo cinque Paesi del G20 hanno generato un avanzo positivo tra export - import negli scambi di prodotti industraili manufatti non alimentari.

 Tra questi l'Italia ha segnalato la piu' alta crescita rispetto al 2010, con un +46% davanti a Cina (27%), Corea del Sud (+20%) e Germania (+17%).

L'attivo italiano nella manifattura è cresciuto dai 56 mld. nel 2010 a 82 mld. nel 2011.
Tutte le altre economie del G20 hanno evidenziato passivi commerciali nei manufatti (Stati Uniti in testa) mentre ex paesi emergenti come l'India sono ormai prossimi al pareggio.

Secondo Fortis, i dati dimostrano apertamente l'infondatezza del luogo comune della percezione della debolezza della competitività italiana soprattutto se depuriamo dal nostro commercio estero le componenti dell'energia e delle materie prime agricole che cui sfavoriscono moltissimo rispetto agli altri Paesi.

Il baricentro dell'export mondiale di prodotti industriali non alimentari si è ormai spostato in Asia ove Cina e Corea detengono un enorme surplus.

In questo nuovo quadro l'Italia rispetto al altre economie occidentali industriali in netto declino mantiene una posizione di assoluto rilievo che potrebbe ulteriormente migliorare, secondo lo studioso, se venissero rimossi una serie di vincoli e freni infrastrutturali, normativi e fiscali.