martedì 23 luglio 2013

Elenco per Provincia delle Imprese Start Up innovative al 22 luglio 2013

Elenco n. 998 Imprese Start up Innovative al 22 luglio 2013 (Fonte: RegistroImprese.it )
Milano 116 Forli 5
Roma 86 Lucca 5
Torino 76 Mestre 5
Bologna 45 Pescara 5
Trento 41 Ravenna 5
Padova 33 Udine 5
Firenze 30 Alessandria 4
Modena 25 Aosta 4
Ancona 23 Cuneo 4
Cagliari 22 Livorno 4
Verona 22 Mantova 4
Treviso 21 Piacenza 4
Pisa 20 Sassari 4
Genova 19 Taranto 4
Lecce 18 Cremona 3
Napoli 18 Catania 3
Brescia 17 Frosinone 3
Trieste 17 Latina 3
Venezia 15 Asti 2
Bergamo 14 Avellino 2
Macerata 13 Belluno 2
Palermo 13 Chieti 2
Pordenone 13 Figglia 2
Parma 12 Fermo 2
Pavia 10 Isernia 2
Reggio emilia 10 Lecco 2
Salerno 10 Rimini 2
Arezzo 8 Spezia 2
Como 8 Savona 2
Gorizia 8 Biella 1
Siena 8 Caltanisetta 1
Trento 8 Grosseto 1
Bolzano 7 Lodi 1
Ferrara 7 Massa 1
Monza 7 Nuoro 1
Novara 7 Perugia 1
Varese 7 Reggio Calabria 1
Cosenza 6 Rovigo 1
Catanzaro 6 Trapani 1
Prato 6 Verbania 1
Pesaro 6 Vibo Valentia 1
Potenza 6 Reggio Calabria 1
Vicenza 6 Rovigo 1
Ascoli 5 Trapani 1
Aquila 5 Verbania 1
Benevento 5 Vibo Valentia 1
Campobasso 5 Totale 998

lunedì 22 luglio 2013

martedì 11 giugno 2013

ELENCO START UP INNOVATIVE COSTITUITE AL 10 GIUGNO 2013 AI SENSI DELLA LEGGE 221/2012.

LA LEGGE CONSENTE IMPORTANTI BENEFICI FISCALI E VANTAGGI NEI RAPPORTI DI LAVORO PER I GIOVANI CHE VOGLIONO APRIRE IMPRESE CHE HANNO PER OGGETTO PREVALENTE LO SVILUPPO, LA PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI SERVIZI INNOVATI AD ALTO VALORE AGGIUNTO E/O  A VOCAZIONE SOCIALE AI SENSI L. 221/2012.
 

domenica 26 maggio 2013

I CORRIDOI EUROPEI DELLA LOGISTICA

Schede opere strategiche - Cartina corridoi europei

Osservando questa mappa (estratta dal Sito del Ministero Trasporti e Infrastrutture) è evidente che ogni considerazione in merito alla competitività del Porto di Livorno sui traffici merci non può prescindere dalla necessità di integrare meglio le banchine portuali con la Rete Ferroviaria Nazionale (compreso l'Interporto Vespucci ), migliorandone l'efficienza (minori tempi/costi) e l'efficacia (incremento quota mercato).

La quota di merce movimentata per ferrovia nei porti italiani è pari in media al 9,9% contro il 21,4% della Germania, il 15.7% della Francia, l'11,8% del Regno unito.

 

 

mercoledì 1 maggio 2013

sabato 20 aprile 2013

RIPENSIAMO AL NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO SOSTENIBILE

La globalizzazione impone una competizione tra territori.

Non è piu' possibile operare in termini di sviluppo economico sostenibile senza tener conto degli enormi flussi di prodotti e merci che arrivano dall'estero (cellullari, TV, auto, abiti, macchine....).

Ma non ci rendiamo conto che in tutte le principali città del mondo (Milano, New York, Londra, Roma, Napoli, Firenze, Pisa........Livorno), beviamo la stessa bibita, andiamo nello stesso fast-food, utilizziamo la stessa marca di auto, desideriamo le stesse griffe, utilizziamo lo stesso tipo di cellullari, la stessa compagnia di crociere?

Il rilancio del territorio passa attraverso una  regia che coordini le istituzioni e cittadini ( imprese, lavoro) con un programma condiviso per uno sviluppo sostenibile finalizzato al bene comune attraverso il rilancio competitivo delle nostre citta' e le sue principali vocazioni manifatturiere.

In questo senso riteniamo necessario per la nostra città sostenere le economie del mare ( porto, nautica, shipping, logistica, servizi avanzati, high tech) per la creazione di un polo distrettuale su dimensioni adeguate alle attuali esigenze, capace di attrarre i migliori talenti anche da fuori.






lunedì 15 aprile 2013

LA GLOBALIZZAZIONE FAVORISCE LO SVILUPPO ECONOMICO TRAMITE LE CITTA' STATO

Il futuro passa dalle città-stato : interessante articolo del Corriere della Sera del 14 aprile 2013

Livorno dei Medici


In un epoca di grave crisi economica come quella attuale, caratterizzata da grande disagio e tragedie (l’ultima quella di Falconara),  siamo  presi da un senso di impotenza, quasi consapevoli della nostra incapacità di mutare il nostro destino ormai indirizzato ad un declino irreversibile che affligge ormai da anni  la nostra nazione ed il nostro territorio.

Non vogliamo soffermarci sul quadro nazionale, peraltro in grande evoluzione ma vorremmo spendere due parole sulla nostra città.

Un territorio, quello livornese ove il settore prevalente pare solo quello dei servizi, incapace di creare poli manifatturieri, come quelli tipici dei Distretti Toscani, tanto per citare luoghi a noi vicini (citiamo solo quello delle Pelletterie Fiorentine, che in questi mesi è stato segnalato dalla stampa economica come una grande eccellenza mondiale, capace di generare ricchezza e occupazione)

Un territorio, ove l’unico comparto in crescita, quello del turismo, grazie alla scoperta della Costa degli Etruschi, è ancora gestito in modo tradizionale ed artigianale (basti pensare che siamo la provincia toscana con il più’ basso numero di strutture ma con un il più’ alto numero di posti letto, a dimostrazione che gli investimenti sul mare si fanno solo con gli appartamenti)

Un territorio dove dal ‘91 è in atto, un progressivo processo di deindustrializzazione che ha investito sia l’area livornese ( cantieristica, componentistica d’auto), sia la Val di Cecina ( chimica ed energia), sia la Val di Cornia (con  la drammatica crisi della siderurgia della Lucchini, La Magona, Seven).

Una territorio con pochissime aziende innovative, di bassa dimensione, assolutamente inadeguate ad intraprendere strategie di internazionalizzazione sui mercati estere, assolutamente necessarie visto il declino della domanda interna.

Un territorio con una economia  di “ transito”, ove le persone e le merci non trovano utile fermarsi forse perché la nostra città è brutta e poco attrattiva o forse perché  chiusa all’esterno; forse perché’ il porto e l’economia del mare che ha sempre sostenuto lo sviluppo della città ha impedito lo sviluppo di altri distretti produttivi degni di questo nome o ancora peggio forse perché una città troppo divisa.

Un territorio, non solo assolutamente incapace di attirare  giovani volenterosi che vogliono intraprendere il loro progetto di vita, ma con una societàdemograficamente vecchia e con un tasso di disoccupazione giovanile tra i piu’ alti d’Italia.

Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti,  i settori trainanti cioé la logistica , i servizi portuali ed un certo tipo di turismo tradizionale sono quelli caratterizzati da molto spazio ma che assorbono poca occupazione.

Avremmo bisogno invece,  accanto ai settori tradizionali, di comparti avanzati più innovativi a maggiore intensità di occupazione e con un alto livello di sviluppo tecnologico per poter sfruttare al meglio il nostro territorio ed il nostro scalo marittimo.

La globalizzazione ci ha insegnato due cose :

1)       La competizione non è più’ tra singoli individui e aziende ma tra interi territori

2)      I vincoli e le barriere delle vecchie rendite di posizione sono crollati e per nuotare in mare aperto è necessario essere più bravi, intraprendenti e competenti.

Conseguenza diretta delle due affermazioni è che le parti sociali e le istituzioni di un territorio se vogliono rilanciare lo sviluppo economico devono essere coese su un progetto chiaro e condiviso per conseguire il benessere sociale, che ovviamente non è solo PIL ma occupazione, sicurezza, felicità…..

Numerosi sono gli esempi concreti : ne cito due, uno in un Paese ancora in difficoltà come la Spagna e uno in un continente che sembra aver invertito positivamente il proprio trend congiunturale, gli Usa.

 Bilbao (unica citta spagnola con un Pil positivo) che ridisegnando il territorio con importanti progetti architettonici e culturali ha attivato gia’ da qualche anno importanti flussi turistici.

New York che ha rilanciato l’occupazione e lo sviluppo diventando la culla delle “start up”, cioè delle aziende nuove, ad alto contenuto tecnologico, create da giovani talenti desiderosi di mettersi in gioco, con un nuovo progetto di vita e di lavoro.

Quindi, territori che hanno ritrovato la speranza attraverso una ritrovata  capacità di costruzione del futuro attraverso un progetto chiaro e coeso che ha come leve principali: l’innovazione come motore di sviluppo,  l’apertura verso l’esterno anche come capacità di attrarre ed integrare culture diverse, solidarietà verso i piu’ deboli.

Eppure, nella nostra memoria, questi valori : apertura, innovazione  sono  propri della  Livorno storica,  la città dell’oro del 500 e del 600 sviluppatasi grazie alla intuizione della famiglia dei Medici.

Apertura, opportunità per tutti, protezione per i deboli e perseguitati : questi erano i valori fondanti della Livorno dei Medici.

La citta’ dell’oro,  cosmopolita e proiettata ai traffici internazionali, sviluppatasi a diventare gia’ nel 1600 uno dei porti piu’ importanti del Mediterraneo, uno dei luoghi migliori ove venire a cercare fortuna  che  attiro’ intere  genti e genie da paesi lontani, non solo umili e perseguitati  ma anche talenti intraprendenti ( cito per esempio i mercanti olandesi) che vedevano il nostro territorio ideale per costruire il loro progetto di vita (basta fare una passeggiata in centro per osservare le innumerevoli chiese di culti diversi che risalgono a quel periodo).

I Medici decisero di fare a Livorno il porto mediceo, in base ad un progetto che puntava a questa citta’ per l’ottima posizione geografica nel mediterraneo, la bellezza delle nostre coste con una vista mare e cielo da farla apparire unica.

I Medici, intuirono l’infrastruttura naturale del nostro Porto, al fine di sfruttarne la potenzialità per i traffici nel Mediterraneo

I Medici all’insegna dell’apertura sociale (leggi livornine) ed economica  attirarono (come oggi fanno i territori piu’ virtuosi) tante comunità di paesi stranieri,

I Medici che con l’innovazione sociale ed economica ( basti pensare alle realizzazione del quartiere di Venezia che all’epoca costituiva un’opera urbanistica ed ingegneristica di grande valore)  portarono questa città ad essere una dei luoghi architettonici più all’avanguardia del 600 .

Livorno Medicea, un luogo di progresso, aperto a culture diverse e ideale per vivere.

Valori che sembrano andati persi nella nostra memoria e la cui mancanza sono la causa del declino non solo  del nostro territorio.

domenica 7 aprile 2013

USCIRE DALL'EURO O RIVEDERE L'ACCORDO SULL'EURO ?

In questi giorni, numerosi sono stati i dibattiti locali e nazionali  sull'eventuale uscita del nostro Paese dall'Euro per risolvere tutti i problemi della nazione.

Precisiamo subito che l'Euro non è l'Europa e non possiamo confondere una moneta (sia pure importante) con un perimetro europeo caratterizzato da una convergenza fiscale e di bilancio.

In altre parole il processo d'integrazione degli Stati membri all'interno della U.E è sotto gli occhi di tutti.....siamo ben lontani dagli Stati Uniti d'Europa.

Quindi a questo punto dobbiamo decidere......o il nuovo governo prenderà in mano la situazione e rinegozierà insieme agli altri Stati membri con economia piu' fragile ( Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda) i propri diritti nei confronti dei Paesi con economia piu' forte (in primis Germania) o non avremo altra scelta che passare ad altra moneta.

Su questo importante tema ....tuttavia mi farebbe piacere conoscere anche il parere di altri..

lunedì 1 aprile 2013

La crisi economica impone una maggiore responsabilità : un bell'esempio cittadino

Un grande esempio di responsabilità in un momento di crisi come quello attuale 

Tagliati i Treni Frecciabianca da Livorno a Roma

Ma come, si parla tanto di rilanciare la nostra città, vengono fatti dibattitti, convegni dove si ribadisce sempre che uno degli annosi mali di Livorno sono le comunicazioni terrestri (via auto e via treno oltre l'appennino) e .......in questi giorni ci viene comunicato che i treni FRECCIA BIANCA da Livorno a Roma vengono tagliati.
Per andare a Roma in treno ci vorranno quasi quattro ore.
Ma questa iniziativa è stata negoziata dal Governo Locale ?

sabato 30 marzo 2013

Livorno e le sue enormi potenzialità: le persone che già ci sono





Il passato nel nostro Paese – e nella nostra città – cosa ha visto? Una occupazione di alcune forze partitiche degli spazi di affermazione culturale e di esercizio del potere. Nelle istituzioni nazionali e locali si è verificata una “gestione della cosa pubblica” degli esponenti che più si adeguavano alla corrente di pensiero o di pressione del gruppo più forte (se non addirittura della persona più forte: ci sono nel panorama non a caso i partiti-persona). Questo, non significa “fare di tutta l’erba un fascio”. Sarà la storia a dirci l’esatta verità.

Dall’orizzonte planetario e nazionale passiamo a trattare i temi che interessano esclusivamente la città labronica.

Per l’aspetto culturale cosa si può fare? Il discorso è complesso e qualsiasi “nuovo intervento” non può avere la presunzione di annullare le “cose fatte” e soprattutto gli errori che ci porteremo dietro per tanto tempo.

Pensiamo alle scelte di urbanistica e di politiche sociali di integrazione. Se è vero come è vero che Livorno dal punto di vista dell’aspetto urbanistico (la Porta a Mare che non doveva essere un concentrato di nuove abitazioni) e dal punto di vista dell’inserimento dei cittadini provenienti da altri Paesi (pensiamo a all’occupazione di buona parte di un intero quartiere da parte degli extra-comunitari: la parte a ridosso di piazza della Repubblica), allora vediamo che l’intervento di una innovazione culturale si presenta difficile.

La cultura non è qualcosa di distaccato dagli altri aspetti della realtà: la cultura si sviluppa dentro gli spazi cittadini (urbanistica) e dentro la armonia o la conflittualità degli aggloromerati urbani (centro e periferie), che non possono – o meglio, non avrebbero dovuti essere lasciati al caso. L’urbanistica di una città che si è spostata verso la Porta a Terra per una ben precisa scelta politica locale, con il conseguimento “impoverimento” del centro città e non solo (scomparsa di negozi, di proposte concrete di vivibilità, di cinema che si sono chiusi, ecc…), è una realtà che non si può disconoscere.

A Livorno ci sono realtà (organizzazioni, movimenti, comitati…) che stanno studiando gli errori del passato. Dovremmo fare un’opera di sintesi e di sinergia con questi studi e con le denunce che in questi anni si sono levate nel dibattito politico e culturale nella nostra città. Ma la denuncia serve per delineare, prefigurare, elaborare una “nuova” idea per la Livorno del futuro.

Sono chiuse o stanno chiudendo tante aziende. Questa realtà dovrà esser affrontata con decisione da una specie di nuova Classe dirigente locale che abbia la forza di ereditare le scelte passate per andare a promuovere nuovi modi per “creare occupazione”.

A livello culturale, si può proporre qualcosa subito, al di là della complessità delle scelte politiche future?

Le risorse finanziarie sono diminuite o sono scomparse (vediamo se la ripresa mondiale viene o tarda, e non dipende ovviamente solo da noi). Ma la scommessa per una Città che vuole puntare sui suoi giovani non può star a elencare solo gli “errori del passato”. La pergamena non è caduta ai Quattro Mori per colpa della Merkel.

Ho un sogno. Aiutare le persone che già sono presenti nella cultura cittadina. Marco Bertini (esponente culturale), Claudio Marmugi (comico), Silvia Menicagli (studiosa). Il presidente della Fondazione Goldoni Bertini è una persona che si è impegnata nel promuovere la cultura a Livorno, una cultura non solo di élite e non solo popolare. Mi ricordo a gennaio i docenti del Corpo del Ballo di Parigi giunti nel Teatro Goldoni a condurre uno stage per giovani ballerini, venuti da tutta Italia: Livorno in quei giorni sembrava una specie di piccola capitale della danza. Ho visto di persona la bravura dei docenti francesi. Il mondo che viene a Livorno; che bella idea. 

Claudio Marmugi un semplice ma bravo comico visto da me al Teatro Cral Eni di viale Ippolito Nievo che si è distinto, da tempo, nel creare un gruppo presente sulle scene. Silvia Menicagli studiosa delle Terme del Corallo, che si batte da anni per salvare questo bel patrimonio livornese.

Mi sembra di sentire già i soliti benpensanti: “E questo qui vuol salvare Livorno con i sogni?”. Le persone che ho citato  – scusate signori benpensanti – sono persone che da anni danno il loro contributo di idee, passionalità e forza. Sarà un “piccolo” contributo. Ma non mi sembra che la Politica livornese di questi ultimi anni si sia accorta di loro. Ripartiamo da chi ha già scommesso su Livorno, e i nomi che ho citato sono solo tre esponenti.  Marco, Claudio e Silvia rappresentano tanti altri che per ora non nomino… ma che esistono, qui e ora nelle piazze, nelle aule scolastiche, nei vari laboratori presenti in città. 

Aspettano solo di essere valorizzati. E’ questa l’idea, antica e sempre nuova: partire da quello che abbiamo e metterlo nel piatto con competenza e professionalità. Lo sanno negli Usa che la prima Santa americana si è convertita a Livorno? Lo sanno in Europa che abbiamo una bella Chiesa degli Olandesi, che fa vergogna a vedere e che se ce l’avessero a Pistoia sarebbe famosa in Europa? Lo sanno nel mondo che a Livorno c’è una via con tre chiese? E’ via della Madonna (andate a vedere e spieghiamolo ai turisti che mangiano il gelato, oltrechè metterlo sul depliant insieme al biglietto dei croceristi che sbarcano a Livorno e scappano a Firenze).

I Medici fecero il “Porto franco” e tutti i Popoli vennero a Livorno. A me sembra che ora stiano tutti andando via. Abbiamo le risorse per invertire la rotta. Dobbiamo credere negli uomini e nelle donne che ci sono e “ascoltare” quello che ci dice la città. Come dice Enzo Iannacci, “bisogna avere orecchio”. Io sono pronto ad ascoltare. Lo faccio da anni con i bambini della scuola elementare. E non è tempo perso.

Livorno, 30 marzo 2013                                                                                        Fabio  Papini

La capacita' attrattiva di Livorno come porto di Transito e/o Imbarco-Sbarco


mercoledì 27 marzo 2013

PUNTARE AD UN SETTORE PER CREARE INNOVAZIONE ED OCCUPAZIONE : IL POLO DELLE PELLETTERIE FIORENTINE





Alta Scuola Pelletteria Italiana: 202 iscritti, 100% occupati
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Con i corsi dell’anno 2011/2012 l’Alta Scuola di Pelletteria Italiana ha formato 202 profili tecnici, tutti già operanti presso le aziende di pelletteria del lusso nel territorio di Scandicci e Pontassieve; nell’80 percento dei casi le assunzioni sono a tempo indeterminato.
Tra i soci della scuola si registra l’ingresso tra i soci della maison francese Celine, che va ad aggiungersi a Confindustria, Cna, Gucci, Prada e consorzio Centopercento Italiano

martedì 26 marzo 2013

Perche' circa la meta' delle merci importate via mare in Italia passa dai porti del Nord Europa

Il  47% delle merci immesse nel nostro Paese passa da Porti del Nord Europa.


Nella globalizzazione la competizione non è piu' tra singole imprese ma tra interi sistema territoriali nazionali e locali.

Lavorare a sistema diventa condizione necessaria per lo sviluppo del territorio


domenica 24 marzo 2013

Progetto Strategico per Livorno


Progetto per Livorno

 Premessa
 
 
Fonte : Rapporto Irpet n. 39 (ottobre 2012) – II Trimestre 2012 continua la fase recessiva

 

Facciamoci alcune domande :

-          Perché un impresa dovrebbe decidersi di insediarsi a Livorno ?

-          Perché’ un’impresa gia’ presente dovrebbe rimanere ?

-          Perché un contribuente dovrebbe decidere di contribuire qui anziche’ altrove ?

-          Perché un turista dovrebbe decidere di venire a Livorno e non alle Cinque Terre per esempio ?

-          Perché un talento dovrebbe decidere di rimanere qui anziche’ altrove?

-          Perché un giovane dovrebbe venire a studiare a Livorno anziche’ altrove ?

-          Perché gli immigrati dovrebbero stabilirsi nella nostra provincia ?

 

I nuovi vincoli:

 Maggiore responsabilita’ individuale (in una epoca in cui nessuno può garantire ad altri il  loro futur es. i docenti nei confronti degli studenti, i genitori nei confronti dei figli,  i capi nei confronti dei subordinati, diviene necessario la capacità di ognuno a rinnovare sistematicamente le proprie competenze e conoscenze  adattandosi alla “società’ liquida”.

 Globalizzazione , con la caduta delle barriere geografiche, i piccoli laghi sono diventati mare aperto ove per navigare è necessario un maggiore livello di istruzione, competenze e professionalità. Globalizzazione significa anche   competizione tra sistemi territoriali

La necessità di scelte strategiche per il territorio. Se i territori sono in competizione tra loro, ogni territorio deve identificare e implementare una propria una strategia  competitiva per definire la propria visione del futuro (esempio quanto voglio migliorare il reddito pro capite, il livello di istruzione, l’indice di benessere e in quanto tempo?)

 

Occorre cioe’  dare delle risposte adeguate alle suddette domande, istanze del territorio  in funzione dei nuovi vincoli e nel rispetto di alcune condizioni ormai necessarie.

Ne cito solo alcune :

-          la competizione e la meritocrazia piuttosto che la difesa ad oltranza dello status quo

-          la prospettiva internazionale sempre più’ richiesta dalla globalizzazione rispetto alle vecchie logiche provinciali

-          la necessità di un comportamento strategico per il territorio, una visione chiara anziché vivere alla giornata

-          l’importanza dell’innovazione e l’autoresponsabilizzazione individuale del lavoro e professione

-          il gioco di squadra, la coesione rispetto all’individualismo sfrenato ma anche una maggiore attenzione al bene comune, solidarietà e ai più deboli perché’ non rimangano emarginati

 

Chi sono I Responsabili del Territorio ? Semplice,  la politica , gli imprenditori, la società civile cioè tutti noi.

E’ la Politica che deve farsi le domande per dare risposte adeguate (perché un impresa deve insediarsi a Livorno? E cosi via)

Sono gli imprenditori che devono garantire lo sviluppo alle proprie imprese per creare ricchezza sul territorio

Infine è la società civile che deve garantire l’attenzione, l’impegno e la tutela della gestione strategica del proprio territorio.

  Parliamo delle caratteristiche del nostro sistema economico :

-          L’economia livornese, in assenza di imprese con sede e capitale locale aventi una vocazione internazionale dipende molto dalla domanda interna (purtroppo attualmente asfittica). L’’economia portuale ha fortemente condizionato ed impedito , nel bene e nel male, lo sviluppo di altre  tradizioni manifatturiere tipiche dei Distretti toscani (pensiamo al Polo delle Pelletterie fiorentine, la concia di Santa Croce, il marmo di Massa, la tradizione orafa di Arezzo, il vitinicolo del Chianti, il farmaceutico di Firenze..)

 

-          La nostra economia, ormai prevalentemente di servizi e di terziario, con la progressiva perdita dei grandi siti produttivi  pubblici e privati  del dopo guerra  – La Magona, Raffineria, La Spica, il Cantiere Orlando  rischia di perdere anche  quel know how tecnico , cosi’ valorizzato in altri territori (il Polo delle Pelletterie di Scandicci a Firenze, eccellenza a livello mondiale grazie alla presenza di importanti griffe internazionali come Ferragamo, Gucci, Prada ed altri con una rete fittissima di subfornitori  è un evidente esempio di lungimiranza del territorio).

 

-          Salvo alcune eccezioni  di importanti aziende leader a livello internazionale come Azimut nella nautica e Sassicaia a Bolgheri nell’ agrolimentare, non esistono a Livorno, esempi di aziende a capitale  locale,  attive con un brand di grande importanza sui mercati esteri  e capaci di coinvolgere tutto il territorio positivamente

 

-          Dal 91 è in atto nel nostro sistema economico, un progressivo processo di deindustrializzazione che ha coinvolto l’area livornese ( con il Porto,  i mezzi di trasporto cantieristica ed componentistica d’auto, la logistica), la Val di Cecina (con la chimica, l’alberghiero e la produzione di energia), la Val di Cornia ( con il declino della siderurgia rappresentata dalla ex Lucchini, Seven, l’ex La Magona,). L’unico settore che ha visto crescere l’occupazione e le  unità produttive sono nelle Isole dell’Arcipelago il turismo balneare e l’alberghiero, oltre il comparto agroalimentare, in particolare quello vitivinicolo

 

-          Il nostro territorio si caratterizza per una alta media anagrafica della popolazione rispetto agli altri territori ( troppi pensionati rispetto alla popolazione attiva con un eccessivo peso welfare - oltre 50.000 pensionati a Livorno) ed un eccessivo tasso di disoccupazione particolarmente elevata tra i giovani di sesso femminile.

 

-          Bassa densità imprenditoriale rispetto alla popolazione e modesta dimensione aziendale delle unità aziendali già esistenti

 

 

Quale  percorso strategico per il  Territorio Livornese

 

1)Selezionare i settori strategici per il territorio con la piu’ ampia ricaduta in termini di occupazione e ricchezza prodotta, tra i settori strategici della nostra economia, non possiamo, non menzionare  il  Porto, la  Logistica avanzata, la  Chimica, le Riparazioni Navali, la  Nautica, Agroalimentare, l ‘Energetica ed infine il web, le infrastrutture virtuali.

2) Sostenere le imprese leader gia’ presenti sul territorio al fine di  accrescere la loro capacita’ competitiva , sostenendone tutte le componenti della loro filiera (non necessariamente appartenenti allo stesso settore) : esempio con Azimut Benetti (nautica), lavorano aziende attive nell’arredamento, carpenteria, motoristica… In che modo ? Semplificando i loro adempimenti burocratici, normativi anche di carattere fiscale ed in termini di normativa per il lavoro, l’impatto ambientale, la formazione del personale e delle maestranze, trovando soluzioni per ridurre il costo dell’energia (ad esempio con consorzi ad hoc). Facilitare i rapporti di filiera tra le imprese virtuose e le imprese collegati, sia subfornitrici, sia clienti anche favorendo la collocazione in aree territoriali specifiche anche con incentivi fiscali (cluster) sull’esempio britannico.

3) Sostenere le aggregazioni tra le imprese piu’ piccole e marginali. Premesso che la dimensione aziendale è fattore cruciale per intraprendere strategie di internazionalizzazione ed innovazione (principali driver per la competitività di qualsiasi azienda) per le piccole imprese non legate a logiche di Filiera con le imprese leader gia’ presenti sul territorio è necessario promuovere nuove logiche aggregative  ( contratti di rete, consorzi, joint ventures) attraverso la creazione di nuovi soggetti facilitatori che aiutino le imprese a collaborare insieme per aumentare la massa critica secondo una logica di sviluppo sostenibile

4) Incentivare lo nascita di nuove aziende anche start up per creare nuova occupazione e ricchezza per il territorio in sinergia con il mondo no profit e in nuovi settori legati all’arte e la cultura

Stante inoltre, la necessità di accrescere la vocazione “imprenditoriale” del nostro territorio, condizionata dalla secolare rendita di posizione derivante dalla felice ubicazione geografica  del porto, l’eccessiva presenza di welfare,  l’elevata media anagrafica, occorre incentivare la nascita di nuove imprese, start up in particolare in nuovi settori innovativi, contigui e complementari a quelli tradizionali gia’ presenti come il web, comunicazioni, reti, agraria, cultura, turismo innovativo, energetico.

5) Sviluppare nuovi strumenti finanziari come il microcredito, i fondi privati finalizzati a supportare nuovi progetti imprenditoriali, per un miglior accesso al credito, nuovi modelli di sviluppo sostenibile quali  l’economia del bene comune

4) Creare nuove forme di collaborazione tra il mondo no profit ed il mondo imprenditoriale per migliorare l’assistenza alle donne che lavorano, l’assistenza agli anziani , sviluppare gli asili nido, il settore turistico anche i funzione delle nuove esigenze.

5) Sviluppare il settore dell’arte e della bellezza,  per attrarre nuovi flussi da altri territori alla scoperta delle bellezze geografiche, storiche della nostra citta’ e eccellenze ( Il teatro Goldoni, l’Istituto Mascagni, l’Arcipelago, il Santuario di Montenero, la bellezza della Costa degli Etruschi, la citta’ di Modigliani, le Fortezze Medicee, i Macchiaoli, la comunità ebraica….)

6) Investire sulle infrastrutture, per una sinergia reale tra Porto/Croceristica/Interporto/Aeroporto Pisa/Arcipelago/ Firenze, In questo contesto diventa cruciale il tema delle infrastrutture e le vie di comunicazione (tra Livorno e Collesalvetti per l’interporto Vespucci ma anche tra Livorno e l’Aeroporto di Pisa, tra la la costa e le isole dell’Arcipelago, tra Livorno e Firenze, ma anche oltre l’appennino Bologna, Verona e Milano le grande filiere della logistica)

Strategico, per il futuro soprattutto per l’economia portuale livornese,vista la nostra ottimale posizione geografica, i rapporti  con i Paesi del Nord Africa che grazie alla primavera araba stanno attraverso una grande trasformazione non solo politica ma anche di valori.

 

Conclusioni

Condizione sine qua non per la realizzazione di questo percorso  è necessario investire in nuove forme di collaborazione con la Scuola ed il Mondo delle Comunicazioni per lo sviluppo e la diffusione  dei valori culturali tra la societa’ civile.