Progetto per Livorno
Fonte
: Rapporto Irpet n. 39 (ottobre 2012) – II Trimestre 2012 continua la fase
recessiva
Facciamoci
alcune domande :
-
Perché un impresa dovrebbe decidersi di
insediarsi a Livorno ?
-
Perché’ un’impresa gia’ presente dovrebbe
rimanere ?
-
Perché un contribuente dovrebbe decidere di
contribuire qui anziche’ altrove ?
-
Perché un turista dovrebbe decidere di venire a
Livorno e non alle Cinque Terre per esempio ?
-
Perché un talento dovrebbe decidere di rimanere
qui anziche’ altrove?
-
Perché un giovane dovrebbe venire a studiare a
Livorno anziche’ altrove ?
-
Perché gli immigrati dovrebbero stabilirsi nella
nostra provincia ?
I
nuovi vincoli:
Maggiore
responsabilita’ individuale (in una epoca in cui nessuno può garantire ad
altri il loro futur es. i docenti nei
confronti degli studenti, i genitori nei confronti dei figli, i capi nei confronti dei subordinati, diviene
necessario la capacità di ognuno a rinnovare sistematicamente le proprie
competenze e conoscenze adattandosi alla
“società’ liquida”.
Globalizzazione
, con la caduta delle barriere geografiche, i piccoli laghi sono diventati
mare aperto ove per navigare è necessario un maggiore livello di istruzione,
competenze e professionalità. Globalizzazione
significa anche competizione tra
sistemi territoriali
La
necessità di scelte strategiche per il territorio. Se i
territori sono in competizione tra loro, ogni territorio deve identificare e
implementare una propria una strategia
competitiva per definire la propria visione del futuro (esempio quanto
voglio migliorare il reddito pro capite, il livello di istruzione, l’indice di
benessere e in quanto tempo?)
Occorre
cioe’ dare delle risposte adeguate alle
suddette domande, istanze del territorio in funzione dei nuovi vincoli e nel rispetto
di alcune condizioni ormai necessarie.
Ne cito solo alcune :
-
la competizione e la meritocrazia piuttosto che
la difesa ad oltranza dello status quo
-
la prospettiva internazionale sempre più’
richiesta dalla globalizzazione rispetto alle vecchie logiche provinciali
-
la necessità di un comportamento strategico per
il territorio, una visione chiara anziché vivere alla giornata
-
l’importanza dell’innovazione e l’autoresponsabilizzazione
individuale del lavoro e professione
-
il gioco di squadra, la coesione rispetto
all’individualismo sfrenato ma anche una maggiore attenzione al bene comune, solidarietà
e ai più deboli perché’ non rimangano emarginati
Chi
sono I Responsabili del Territorio ? Semplice, la politica , gli imprenditori, la società
civile cioè tutti noi.
E’
la Politica che deve farsi le domande per dare risposte
adeguate (perché un impresa deve insediarsi a Livorno? E cosi via)
Sono
gli imprenditori che devono garantire lo sviluppo alle proprie
imprese per creare ricchezza sul territorio
Infine
è la società civile che deve garantire l’attenzione, l’impegno e la
tutela della gestione strategica del proprio territorio.
Parliamo delle caratteristiche del nostro
sistema economico :
-
L’economia
livornese, in assenza di imprese con sede e capitale locale aventi
una vocazione internazionale dipende
molto dalla domanda interna (purtroppo attualmente asfittica). L’’economia
portuale ha fortemente condizionato ed impedito , nel bene e nel male, lo
sviluppo di altre tradizioni
manifatturiere tipiche dei Distretti toscani (pensiamo al Polo delle
Pelletterie fiorentine, la concia di Santa Croce, il marmo di Massa, la
tradizione orafa di Arezzo, il vitinicolo del Chianti, il farmaceutico di
Firenze..)
-
La nostra economia, ormai prevalentemente di servizi e di terziario, con la progressiva
perdita dei grandi siti produttivi pubblici e privati del dopo guerra – La Magona, Raffineria, La Spica, il Cantiere
Orlando rischia di perdere anche quel know how tecnico , cosi’ valorizzato in
altri territori (il Polo delle Pelletterie di Scandicci a Firenze, eccellenza a
livello mondiale grazie alla presenza di importanti griffe internazionali come
Ferragamo, Gucci, Prada ed altri con una rete fittissima di subfornitori è un evidente esempio di lungimiranza del
territorio).
-
Salvo alcune eccezioni di importanti aziende leader a livello
internazionale come Azimut nella nautica e Sassicaia a Bolgheri nell’ agrolimentare,
non esistono a Livorno, esempi di aziende a capitale locale, attive con un brand di grande importanza sui
mercati esteri e capaci di coinvolgere
tutto il territorio positivamente
-
Dal 91
è in atto nel nostro sistema economico, un progressivo processo di
deindustrializzazione che ha coinvolto l’area livornese ( con il
Porto, i mezzi di trasporto cantieristica
ed componentistica d’auto, la logistica), la Val di Cecina (con la chimica, l’alberghiero
e la produzione di energia), la Val di Cornia ( con il declino della siderurgia
rappresentata dalla ex Lucchini, Seven, l’ex La Magona,). L’unico settore che
ha visto crescere l’occupazione e le
unità produttive sono nelle Isole dell’Arcipelago il turismo balneare e
l’alberghiero, oltre il comparto agroalimentare, in particolare quello vitivinicolo
-
Il nostro territorio si caratterizza per una alta media anagrafica della popolazione
rispetto agli altri territori ( troppi pensionati rispetto alla popolazione
attiva con un eccessivo peso welfare - oltre 50.000 pensionati a Livorno) ed un
eccessivo tasso di disoccupazione
particolarmente elevata tra i giovani di sesso femminile.
-
Bassa
densità imprenditoriale rispetto alla popolazione e modesta dimensione aziendale delle unità
aziendali già esistenti
Quale
percorso strategico per il Territorio Livornese
1)Selezionare
i settori strategici per il territorio con la piu’ ampia ricaduta in termini di
occupazione e ricchezza prodotta, tra i settori strategici
della nostra economia, non possiamo, non menzionare il Porto, la Logistica avanzata, la Chimica, le Riparazioni Navali, la Nautica, Agroalimentare, l ‘Energetica ed
infine il web, le infrastrutture virtuali.
2)
Sostenere le imprese leader gia’ presenti sul territorio al fine
di accrescere la loro capacita’
competitiva , sostenendone tutte le componenti della loro filiera (non
necessariamente appartenenti allo stesso settore) : esempio con Azimut Benetti
(nautica), lavorano aziende attive nell’arredamento, carpenteria, motoristica…
In che modo ? Semplificando i loro adempimenti burocratici, normativi anche di
carattere fiscale ed in termini di normativa per il lavoro, l’impatto
ambientale, la formazione del personale e delle maestranze, trovando soluzioni
per ridurre il costo dell’energia (ad esempio con consorzi ad hoc). Facilitare
i rapporti di filiera tra le imprese virtuose e le imprese collegati, sia
subfornitrici, sia clienti anche favorendo la collocazione in aree territoriali
specifiche anche con incentivi fiscali (cluster) sull’esempio britannico.
3)
Sostenere le aggregazioni tra le imprese piu’ piccole e marginali. Premesso
che la dimensione aziendale è fattore cruciale per intraprendere strategie di
internazionalizzazione ed innovazione (principali driver per la competitività
di qualsiasi azienda) per le piccole imprese non legate a logiche di Filiera
con le imprese leader gia’ presenti sul territorio è necessario promuovere
nuove logiche aggregative ( contratti di
rete, consorzi, joint ventures) attraverso la creazione di nuovi soggetti
facilitatori che aiutino le imprese a collaborare insieme per aumentare la
massa critica secondo una logica di sviluppo sostenibile
4)
Incentivare lo nascita di nuove aziende anche start up per creare nuova
occupazione e ricchezza per il territorio in sinergia con il
mondo no profit e in nuovi settori legati all’arte e la cultura
Stante inoltre, la necessità di
accrescere la vocazione “imprenditoriale” del nostro territorio, condizionata
dalla secolare rendita di posizione derivante dalla felice ubicazione
geografica del porto, l’eccessiva
presenza di welfare, l’elevata media
anagrafica, occorre incentivare la
nascita di nuove imprese, start up in particolare in nuovi settori innovativi,
contigui e complementari a quelli tradizionali gia’ presenti come il web, comunicazioni, reti, agraria,
cultura, turismo innovativo, energetico.
5)
Sviluppare nuovi strumenti finanziari come il microcredito, i
fondi privati finalizzati a supportare nuovi progetti imprenditoriali, per un
miglior accesso al credito, nuovi modelli di sviluppo sostenibile quali l’economia del bene comune
4)
Creare nuove forme di collaborazione tra il mondo no profit ed il mondo
imprenditoriale per migliorare l’assistenza alle donne che
lavorano, l’assistenza agli anziani , sviluppare gli asili nido, il settore
turistico anche i funzione delle nuove esigenze.
5)
Sviluppare il settore dell’arte e della bellezza, per attrarre nuovi flussi da altri territori
alla scoperta delle bellezze geografiche, storiche della nostra citta’ e
eccellenze ( Il teatro Goldoni, l’Istituto Mascagni, l’Arcipelago, il Santuario
di Montenero, la bellezza della Costa degli Etruschi, la citta’ di Modigliani,
le Fortezze Medicee, i Macchiaoli, la comunità ebraica….)
6)
Investire sulle infrastrutture, per una sinergia reale tra Porto/Croceristica/Interporto/Aeroporto
Pisa/Arcipelago/ Firenze, In questo contesto diventa cruciale il
tema delle infrastrutture e le vie di comunicazione (tra Livorno e
Collesalvetti per l’interporto Vespucci ma anche tra Livorno e l’Aeroporto di
Pisa, tra la la costa e le isole dell’Arcipelago, tra Livorno e Firenze, ma
anche oltre l’appennino Bologna, Verona e Milano le grande filiere della
logistica)
Strategico, per il futuro soprattutto
per l’economia portuale livornese,vista la nostra ottimale posizione geografica,
i rapporti con i Paesi del Nord Africa
che grazie alla primavera araba stanno attraverso una grande trasformazione non
solo politica ma anche di valori.
Conclusioni
Condizione
sine qua non per la realizzazione di questo percorso è necessario investire in nuove forme di
collaborazione con la Scuola ed il Mondo delle Comunicazioni per lo sviluppo e
la diffusione dei valori culturali tra
la societa’ civile.
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